L’UE aumenta la propria ambizione climatica in vista della COP30 in Brasile

In occasione della 30ª Conferenza delle Parti (COP30) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), svoltasi a Belém, Brasile (10–21 novembre), l’Unione Europea si è presentata con una rinnovata ambizione climatica e con la volontà di riaffermare il proprio ruolo di leadership globale.

La proposta presentata dalla Commissione europea definisce un quadro climatico rafforzato per il periodo post-2030 e introduce un nuovo obiettivo per il 2040, costruito sulle basi del Regolamento europeo sul clima. Questo rende giuridicamente vincolante la neutralità climatica al 2050 e prevede una tappa intermedia di almeno –55% entro il 2030, garantendo che tutte le politiche europee siano allineate a questo percorso, attraverso meccanismi di monitoraggio, revisioni scientifiche regolari e pianificazioni settoriali. Tale base normativa ha inoltre aperto la strada alla definizione del nuovo target per il 2040.

Seguendo le Linee guida politiche 2024–2029, la Commissione ha raccomandato una riduzione del 90% delle emissioni nette di gas serra entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990. Nel novembre 2025 gli Stati membri hanno approvato questa ambizione, raggiungendo un accordo in seno al Consiglio Ambiente su un obiettivo vincolante: –90% complessivo, suddiviso in una riduzione domestica dell’85% e fino al 5% attraverso crediti di carbonio internazionali.

Il nuovo percorso prevede anche un’indicazione intermedia per il 2035 (–66,25% / –72,5%) e conferma priorità come il rafforzamento degli assorbimenti naturali, gli investimenti nelle tecnologie pulite e una transizione equa e irreversibile.

Questi elementi (il target del 2040, la ripartizione tra azioni domestiche e crediti internazionali e la fascia indicativa delle emissioni per il 2035) costituiscono il nucleo della sottomissione ufficiale dell’UE all’UNFCCC in vista della COP30, definendo il percorso aggiornato dell’Unione nell’ambito dell’Accordo di Parigi e la posizione negoziale europea per il summit.

Parallelamente, la Commissione ha sottolineato il continuo impegno per accelerare l’innovazione nel settore delle energie pulite, sostenere la transizione industriale e potenziare gli investimenti nelle rinnovabili. Con questo pacchetto, l’UE mira a confermarsi sulla traiettoria verso le zero emissioni nette al 2050 e a mantenere la leadership nell’azione climatica globale nell’ambito dei negoziati di Belém.

 

Obiettivi e interventi principali

Il nuovo quadro climatico, che sarà riesaminato ogni due anni, si concentra su aree chiave:

  • Riduzione delle emissioni: L’obiettivo del –90% entro il 2040 rappresenta un pilastro del percorso europeo verso la neutralità climatica al 2050.
  • Cooperazione internazionale: L’UE rafforza il proprio contributo finanziario a sostegno delle strategie di adattamento e mitigazione nei Paesi in via di sviluppo.
  • Investimenti nelle tecnologie verdi: Aumentano gli investimenti in rinnovabili, efficienza energetica e soluzioni industriali a basse emissioni tramite strumenti come Innovation Fund, IPCEI sulle batterie e sull’idrogeno, REPowerEU e i programmi di ricerca di Horizon Europe. Si va dall’energia solare avanzata all’idrogeno verde, passando per sistemi di cattura del carbonio e stoccaggio dell’energia.

Per garantire questi obiettivi, la Commissione intensifica la legislazione climatica, rafforzando l’ETS, innalzando i target nazionali dell’Effort Sharing e del regolamento LULUCF e armonizzando le politiche settoriali al nuovo obiettivo 2040. Maggior coordinamento tra gli Stati membri e un ruolo ampliato degli strumenti di mercato, compresi i crediti internazionali, vanno a completare il quadro.

 

Una nuova strategia globale per una transizione pulita e resiliente

In vista della COP30, l’UE ha anche presentato una strategia internazionale su clima ed energia, che mira a rafforzare la posizione europea nei mercati globali delle tecnologie pulite e a consolidare partenariati strategici a livello globale. La strategia affianca il Clean Industrial Deal aggiungendo una dimensione esterna alla politica industriale europea.

Punti centrali:

Con quasi metà dell’elettricità europea oggi prodotta da fonti rinnovabili, la strategia ribadisce l’impegno dell’UE per un ordine internazionale basato sulle regole e per la cooperazione globale sui temi della mitigazione, dell’adattamento e delle catene del valore resilienti.

 

Carbon pricing e nuovi mercati del carbonio alla COP30

Sul fronte del carbon pricing, la Presidenza della COP30 ha lanciato la Open Coalition for Compliance Carbon Markets, un’iniziativa volta a definire standard comuni e a favorire l’interoperabilità tra sistemi di scambio dei crediti di carbonio, con l’obiettivo di aumentare liquidità, prevedibilità e trasparenza. Come sottolineato dal Segretario brasiliano per il Clima e l’Ambiente, Maurício Lyrio, i mercati del carbonio sono strumenti chiave per accelerare la decarbonizzazione e supportare l’attuazione dell’Accordo di Parigi.

La coalizione riunisce Paesi e giurisdizioni che hanno già introdotto sistemi di carbon pricing o stanno compiendo progressi concreti in tal senso. Tra questi: Brasile, Cina, Unione Europea, Regno Unito, Canada, Cile, Germania, Messico, Armenia, Zambia, Francia, Ruanda, Andorra, Guinea, Nuova Zelanda, Monaco, Singapore e Norvegia. L’UE è chiamata a giocare un ruolo guida.

La squadra negoziale europea lavorerà inoltre per finalizzare gli indicatori di adattamento del UAE–Belém Framework for Global Climate Resilience, che riguardano settori come acqua, agricoltura, infrastrutture, salute, ecosistemi, mezzi di sussistenza e patrimonio culturale.

 

Finanza climatica: una priorità strategica

Un altro punto centrale della COP30 è stato quello della finanza climatica. La Baku to Belém Roadmap verso 1,3 trilioni di dollari, lanciata congiuntamente dalle presidenze COP29 e COP30, traccia un percorso per mobilitare almeno 1.300 miliardi di dollari l’anno entro il 2035 per sostenere l’azione climatica nei Paesi in via di sviluppo, con risorse provenienti da sovvenzioni, strumenti agevolati, investimenti privati e riforme fiscali. Non si tratta di nuovi fondi, ma di un quadro organico per ampliare e rendere più efficienti i flussi esistenti.

Come principale contributore mondiale di finanza pubblica per il clima, l’UE ha fornito 31,7 miliardi di euro nel 2024, oltre a 11 miliardi di finanziamenti privati mobilitati, e resta impegnata a rafforzare il sostegno ai Paesi meno sviluppati (LDC) e ai piccoli Stati insulari (SIDS).

 

Prospettive future: un’UE ancora leader globale?

Le nuove ambizioni europee sono state accolte positivamente, pur con alcune riserve riguardo all’uso dei crediti di carbonio e alla flessibilità nel target 2040. Bruxelles ribadisce comunque che la maggior parte delle riduzioni avverrà a livello domestico e che alla COP30 l’UE continuerà a spingere per obiettivi più rigorosi, maggiori finanziamenti e criteri di rendicontazione più chiari.

 

La strada da seguire

I prossimi mesi saranno determinanti. Raggiungere i nuovi obiettivi richiederà un’azione rapida, coordinata e sostenuta da tutti gli Stati membri, oltre a un’attenta gestione degli impatti economici. Con l’avvicinarsi della COP30, l’UE punta a trasformare l’ambizione rinnovata in risultati concreti.